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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Contro Vatinio , 30
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originale
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[30] atque etiam illud scire ex te cupio, quo consilio aut qua mente feceris ut in epulo Q. Arri, familiaris mei, cum toga pulla accumberes? quem umquam videris, quem audieris? quo exemplo, quo more feceris? dices supplicationes te illas non probasse. optime: nullae fuerint supplicationes. videsne me nihil de anni illius causa, nihil de eo quod tibi commune cum summis viris esse videatur, sed de tuis propriis sceleribus ex te quaerere? nulla supplicatio fuerit. cedo quis umquam cenarit atratus? ita enim illud epulum est funebre ut munus sit funeris, epulae quidem ipsae dignitatis.
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traduzione
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30 Ancora, vorrei tanto sapere con che criterio o seguendo quale istinto hai preso posto al banchetto funebre offerto dal mio amico Quinto Arrio con la toga nera da lutto. A chi lo avevi visto fare, da chi lo avevi sentito? Chi ti ha fornito l'esempio, suggerito il costume? Risponderai che non ti sono mai piaciute quelle solenni preghiere pubbliche. Benissimo: ti concedo anche che potessero non valere nulla. Fai attenzione: non ti sto interrogando sulla situazione di quel preciso anno, n? sulle qualit? che ti sembra di avere in comune con le persone valide e degne di rispetto, ma ? il tuo agire criminoso, solo quello, che mi interessa. Ammettiamo, quindi, che le suddette preghiere contassero davvero poco. Ma dimmi: chi si ? mai presentato a un pranzo vestito come un corvo? D'accordo, il banchetto si definisce funebre perch? costituisce un'offerta votiva al morto, ma ? pur sempre un pranzo e ci si deve accedere in maniera presentabile e decorosa.
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