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brano
 
Cicerone
De fato, 23
 
originale
 
[23] Hanc Epicurus rationem induxit ob eam rem, quod veritus est, ne, si semper atomus gravitate ferretur naturali ac necessaria, nihil liberum nobis esset, cum ita moveretur animus, ut atomorum motu cogeretur. Id Democritus, auctor atomorum, accipere maluit, necessitate omnia fieri, quam a corporibus individuis naturalis motus avellere. Acutius Carneades, qui docebat posse Epicureos suam causam sine hac commenticia declinatione defendere. Nam cum docerent esse posse quendam animi motum voluntarium, id fuit defendi melius quam introducere declinationem, cuius praesertim causam reperire non possent; quo defenso facile Chrysippo possent resistere. Cum enim concessissent motum nullum esse sine causa, non concederent omnia, quae fierent, fieri causis antecedentibus; voluntatis enim nostrae non esse causas externas et antecedentis.
 
traduzione
 
23 Epicuro ha introdotto tale teoria in quanto a noi uomini, temeva, non sarebbe rimasto alcun margine di libert?, se l'atomo fosse costretto a muoversi sempre per forza di gravit? naturale e necessaria, perch? l'anima si regola a seconda di come ? indotta dal movimento degli atomi. Democrito, il primo a formulalare la teoria degli atomi, prefer? ammettere che tutto accade per necessit? piuttosto che privare gli atomi del loro moto naturale. Pi? acutamente argomentava Carneade, il quale spiegava che gli epicurei avrebbero potuto sostenere una difesa senza questa fittizia deviazione degli atomi. Se avessero infatti spiegato che sussiste un moto volontario dell'anima, sarebbe stato pi? semplice difendere questa tesi piuttosto che introdurre la deviazione degli atomi, tenendo soprattutto conto che, per quest'ultima, non sono in grado di trovare una causa: difeso questo punto, avrebbero potuto facilmente resistere a Crisippo. Pur avendo ammesso che non si d? moto senza causa, non vorrebbero concedere che tutto ci? che accade, accade per cause precedenti: non si danno infatti cause esterne e precedenti della nostra volont
 

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