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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Coelio , 21
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originale
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21. Neque id ego dico, ut invidio sum sit in eos, quibus gloriosum etiam hoc esse debet. Funguntur officio, defendunt suos, faciunt, quod viri fortissimi solent; laesi dolent, irati efferuntur, pugnant lacessiti. Sed vestrae sapientiae tamen est, iudices, non, si causa iusta est viris fortibus oppugnandi M. Caelium, ideo vobis quoque vos causam putare esse iustam alieno dolori potius quam vestrae fidei consulendi. Nam quae sit multitudo in foro, quae genera, quae studia, quae varietas hominum, videtis. Ex hac copia quam multos esse arbitramini, qui hominibus potentibus, gratiosis, disertis, cum aliquid eos velle arbitrentur, ultro se offerre soleant, operam navare, testimonium polliceri ?
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traduzione
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21. N? questo io dico per gettare cattiva luce su coloro per i quali anche l'accusare torna a onore: essi svolgono un dovere, difendendo i loro amici; fanno ci? che sogliono fare gli uomini energici: offesi si dolgono, irritati insorgono, provocati combattono. Ma a voi spetta, o giudici, il vagliare col vostro senno, non gi? se vi sia una giusta causa per quegli uomini di accusare Marco Celio, ma se vi possa esser da parte vostra giusto motivo per ispirarvi piuttosto al rancore altrui che alla vostra coscienza. Voi vedete quanta folla si addensi nel foro, e di qual genere, e con quali propositi, e di quale variet? composta: e in tal moltitudine, quanti mai pensate ve ne siano, pronti, non appena suppongano che ci? sia desiderato da persone potenti o influenti o faconde, a offrirsi, a prestar l'opera loro, a promettere la propria testimonianza?
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