Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Difesa di Coelio , 52
|
|
originale
|
|
52. Quo quidem in crimine primum illud requiro, dixeritne Clodiae, quam ad rem aurum sumeret, an non dixerit. Si non dixit, cur dedit? Si dixit, eodem se conscientiae scelere devinxit. Tune aurum ex armario tuo promere ausa es, tune Venerem illam tuam spoliare ornamentis, spoliatricem ceterorum, cum scires, quantum ad facinus aurum hoc quaereretur, ad necem legati, ad L. Luccei, sanctissimi hominis atque integerrimi, labem sceleris sempiternam? Huic facinori tanto tua mens liberalis conscia, tua domus popularis ministra, tua denique hospitalis illa Venus adiutrix esse non debuit.
|
|
traduzione
|
|
52. Ma in merito a questa accusa, io mi domando anzitutto se Celio abbia rivelato a Clodia lo scopo per il quale egli le chiedeva quell'oro, o no. Se non glielo ha detto, perch? mai essa glielo ha dato? Se glielo ha detto, essa gli si ? fatta complice. E veramente tu, o Clodia, hai osato tirar fuori dal tuo armadio quegli oggetti d'oro, spogliare dei suoi ornamenti la tua Venere, quella Venere che ? usa a spogliare gli altri sapendo che quell'oro era necessario per compiere un delitto, per assassinare un ambasciatore, per la eterna onta di quel pio e integerrimo uomo che ? Lucio Lucceio? No, non pot? di una tale scelleratezza esser cosciente l'animo tuo generoso; non pot? la tua casa, liberalmente aperta a tutti, esserne strumento, la tua Venere ospitale farsene complice.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|