Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Difesa di Milone, 23
|
|
originale
|
|
23. Quam ob rem, iudices, ut aliquando ad causam crimenque veniamus,--si neque omnis confessio facti est inusitata, neque de causa nostra quicquam aliter ac nos vellemus a senatu iudicatum est, et lator ipse legis, cum esset controversia nulla facti, iuris tamen disceptationem esse voluit, et ei lecti iudices isque praepositus est quaestioni, qui haec iuste sapienterque disceptet,--reliquum est, iudices, ut nihil iam quaerere aliud debeatis, nisi uter utri insidias fecerit. Quod quo facilius argumentis perspicere possitis, rem gestam vobis dum breviter expono, quaeso, diligenter attendite.
|
|
traduzione
|
|
23 Perci?, per giungere finalmente alla discussione del capo d'accusa, giudici, se ? vero che non ? inconsueto confessare un delitto e se, a proposito della nostra causa, il senato espresse un giudizio non diverso da quello che noi avremmo voluto; se, infine, l'autore stesso della legge, pur non essendovi alcuna contestazione del fatto, tuttavia volle che ci fosse una discussione, e si scelsero tali giudici e si prepose un tale presidente, perch? decidessero con giustizia e oculatezza, non vi resta, giudici, che stabilire chi tra Clodio e Milone tese l'agguato. Pertanto, affinch? attraverso la mia argomentazione possiate pi? facilmente comprendere, vi prego di prestare attenzione mentre vi espongo brevemente i fatti.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|