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brano
 
Cicerone
Difesa di Milone, 34
 
originale
 
34. Audistis, iudices, quantum Clodi interfuerit occidi Milonem: convertite animos nunc vicissim ad Milonem. Quid Milonis intererat interfici Clodium? Quid erat cur Milo non dicam admitteret, sed optaret? 'Obstabat in spe consulatus Miloni Clodius.' At eo repugnante fiebat, immo vero eo fiebat magis; nec me suffragatore meliore utebatur quam Clodio. Valebat apud vos, iudices, Milonis erga me remque publicam meritorum memoria; valebant preces et lacrimae nostrae, quibus ego tum vos mirifice moveri sentiebam; sed plus multo valebat periculorum impendentium timor. Quis enim erat civium qui sibi solutam P. Clodi praeturam sine maximo rerum novarum metu proponeret? Solutam autem fore videbatis, nisi esset is consul, qui eam auderet possetque constringere. Eum Milonem unum esse cum sentiret universus populus Romanus, quis dubitaret suffragio suo se metu, periculo rem publicam liberare? At nunc, Clodio remoto, usitatis iam rebus enitendum est Miloni, ut tueatur dignitatern suam: singularis illa et huic uni concessa gloria, quae cotidie augebatur frangendis furoribus Clodianis, iam Clodi morte cecidit. Vos adepti estis, ne quem civem metueretis: hic exercitationem virtutis, suffragationem consulatus, fontem perennem gloriae suae perdidit. Itaque Milonis consulatus, qui vivo Clodio labefactari non poterat, mortuo denique temptari coeptus est. Non modo igitur nihil prodest, sed obest etiam Clodi mors Miloni.
 
traduzione
 
34 Avete sentito, giudici, quanto vantaggio avesse Clodio dall'uccisione di Milone; rivolgete ora il vostro animo a Milone. Che interesse poteva avere che Clodio fosse ucciso? Quale ragione c'era perch? non dico commettesse il fatto, ma lo desiderasse? ?Per Milone Clodio costituiva un ostacolo alla sua speranza di divenire console?. Ma, nonostante l'opposizione di Clodio, Milone sarebbe diventato console, anzi, per questa lo sarebbe diventato pi? facilmente; e non si serviva di me come sostenitore migliore di Clodio. Grande efficacia su di voi aveva, giudici, il ricordo dei meriti di Milone nei confronti miei e della repubblica; grande efficacia avevano le mie preghiere e le mie lacrime, da cui allora mi accorgevo che vi lasciavate sinceramente commuovere, ma molto pi? valeva la paura dei pericoli sovrastanti. Quale cittadino c'era, infatti, che pensasse alla pretura sfrenata di Publio Clodio, e non provasse una terribile paura di sconvolgenti novit?? Eravate consapevoli che sarebbe stata senza freni, se non ci fosse stato un console che avesse osato e potuto tenerlo a bada. Siccome tutto il popolo romano riteneva che solo Milone potesse essere quel console, chi avrebbe esitato con il suo voto a liberare se stesso dal timore e lo stato dal pericolo? Ora, invece, che Clodio ? uscito di scena, per salvaguardare la dignit? della sua posizione, Milone deve ricorrere ai soliti espedienti; ormai con la morte di Clodio ? finita quella gloria particolare che giorno dopo giorno aumentava e che era concessa a lui solo perch? lui domava i furori dei Clodiani. Voi avete ottenuto di non temere di alcun cittadino; costui ha perso la possibilit? di esercitare il suo valore e l'appoggio che lo avrebbe portato al consolato, fonte per lui di gloria eterna. E cos? il consolato di Milone, che non poteva essere indebolito finch? Clodio era vivo, ora che ? morto, ha incominciato a vacillare. Quindi, la morte di Clodio non solo a Milone non ? servita a niente, ma gli crea problemi.
 

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