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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Milone, 47
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originale
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47. Videte, iudices, quantae res his testimoniis sint confectae. Primum certe liberatur Milo non eo consilio profectus esse, ut insidiaretur in via Clodio: quippe, si ille obvius ei futurus omnino non erat. Deinde--non enim video cur non meum quoque agam negotium--scitis, iudices, fuisse qui in hac rogatione suadenda dicerent Milonis manu caedem esse factam, consilio vero maioris alicuius. Me videlicet latronem ac sicarium abiecti homines et perditi describebant. Iacent suis testibus [ei] qui Clodium negant eo die Romam, nisi de Cyro audisset, fuisse rediturum. Respiravi, liberatus sum; non vereor ne, quod ne suspicari quidem potuerim, videar id cogitasse.
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traduzione
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47 Vedete, giudici, quanto siano importanti le precisazioni di questi testimoni. In primo luogo, scagionano certamente Milone dall'accusa di essere partito con la chiara intenzione di far cadere Clodio in un'imboscata lungo la strada: incontrarlo non era affatto prevedibile. Inoltre, - non vedo infatti perch? non debba trattare anche la mia causa - voi sapete, giudici, che c'? stato chi, parlando in favore di questa procedura legale, ha detto che la strage ? stata compiuta per mano di Milone, ma su istigazione di qualcuno pi? importante. Evidentemente questi uomini spregevoli e corrotti alludevano a me come brigante e assassino. Eccoli inchiodati dalle loro testimonianze, le quali negano che Clodio avrebbe fatto ritorno a Roma quel giorno, se non avesse appreso la notizia di Ciro. Ho tirato un sospiro di sollievo, libero dal sospetto; non temo pi? che mi si accusi di aver ideato quello che neppure potevo sospettare.
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