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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Milone, 66
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originale
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66. Verum, ut intellego, cavebat magis Pompeius quam timebat, non ea solum quae timenda erant, sed omnia, ne vos aliquid timeretis. Oppugnata domus C. Caesaris, clarissimi et fortissimi viri, per multas noctis horas nuntiabatur. Nemo audierat tam celebri loco, nemo senserat: tamen audiebatur. Non poteram Cn. Pompeium, praestantissima virtute virum, timidum suspicari: diligentiam, tota re publica suscepta, nimiam nullam putabam. Frequentissimo senatu nuper in Capitolio senator inventus est qui Milonem cum telo esse diceret. Nudavit se in sanctissimo templo, quoniam vita talis et civis et viri fidem non faciebat, ut eo tacente res ipsa loqueretur.
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traduzione
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66 In realt?, credo, Pompeo pi? che avere timore, prendeva delle precauzioni non solo nei confronti di ci? che si doveva temere, ma nei confronti di tutto, per evitare che a dover temere qualcosa foste voi. Si sparse la notizia che per molte ore della notte si era presa d'assalto la casa di Caio Cesare, uomo famoso e di grandissimo coraggio. Nessuno aveva sentito, pur trattandosi di un luogo tanto frequentato, nessuno se ne era accorto; tuttavia, vi si prestava ascolto. Io non potevo immaginare che Gneo Pompeo, uomo di cos? grande coraggio, fosse pavido; non consideravo per nulla esagerati i suoi scrupoli, anche perch? le sorti dell'intera repubblica dipendevano da lui. Poco tempo fa, in una seduta del senato assai affollata, tenutasi sul Campidoglio, fu trovato un senatore il quale sosteneva che Milone aveva un pugnale; si spogli? nel bel mezzo del tempio sacro, e, dato che la condotta di vita di un tale cittadino e di un tale uomo non era una sufficiente garanzia, tacque e furono i fatti a parlare.
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