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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Milone, 75
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originale
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75. qui huic T. Furfanio,--cui viro, di immortales! quid enim ego de muliercula Scantia, quid de adulescente P. Apinio dicam? quorum utrique mortem est minitatus, nisi sibi hortorum possessione cessissent,--sed ausum esse Furfanio dicere, si sibi pecuniam, quantam poposcerat, non dedisset, mortuum se in domum eius inlaturum, qua invidia huic esset tali viro conflagrandum; qui Appium fratrem, hominem mihi coniunctum fidissima gratia, absentem de possessione fundi deiecit; qui parietem sic per vestibulum sororis instituit ducere, sic agere fundamenta, ut sororem non modo vestibulo privaret, sed omni aditu et limine.'
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traduzione
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75 colui, che a questo Tito Furfanio, a quale uomo, d?i immortali! (ma che dire di Scanzia, una povera donna, e del giovane Publio Apinio? minacci? entrambi di morte, se non gli avessero lasciato il possesso dei loro giardini), a Tito Furfanio, appunto, ebbe il coraggio di dire che, se non gli avesse dato tutto il denaro che chiedeva, gli avrebbe messo in casa un cadavere, per suscitare l'odio contro di lui, contro un tale uomo; colui, che priv? di un fondo di sua propriet? il fratello Appio, mio fedelissimo amico, mentre era lontano; colui, che incominci? ad alzare un muro attraverso il vestibolo della sorella, ne gett? le fondamenta, cos? da privarla non solo del vestibolo, ma anche di ogni entrata e della soglia?.
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