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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Milone, 88
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originale
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88. Obstabat eius cogitationibus nemo praeter Milonem. Illum ipsum, qui obstare poterat, novo reditu in gratiam quasi devinctum arbitrabatur: Caesaris potentiam suam esse dicebat: bonorum animos in meo casu contempserat: Milo unus urgebat.
Hic di immortales, ut supra dixi, mentem illi perdito ac furioso dederunt, ut huic faceret insidias. Aliter perire pestis illa non potuit: numquam illum res publica suo iure esset ulta. Senatus (credo) praetorem eum circumscripsisset. Ne cum solebat quidem id facere, in privato eodem hoc aliquid profecerat.
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traduzione
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88 Nessuno, tranne Milone, si opponeva ai suoi piani. Clodio era convinto che perfino colui che era capace di tenergli testa, fosse in qualche modo vincolato dalla recente riconciliazione; andava dicendo di poter disporre anche del potere di Cesare; le persone che si erano interessate alla mia causa le aveva messe brutalmente a tacere. Solo Milone lo incalzava.
A questo punto gli d?i immortali, come ho gi? detto, suggerirono a quel pazzo perverso l'idea di tendere un agguato a Milone. Quella peste non avrebbe potuto finire in modo diverso; lo stato non ce l'avrebbe mai fatta a punirlo, rispettando la legge. E senato, almeno credo, avrebbe potuto limitare la sua autorit?, se fosse diventato pretore; ma analoghi sforzi non avevano ottenuto risultati neppure quando costui era privato cittadino.
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