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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Milone, 102
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originale
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102. O me miserum! O me infelicem! Revocare tu me in patriam, Milo, potuisti per hos: ego te in patria per eosdem retinere non potero? Quid respondebo liberis meis, qui te parentem alterum putant? Quid tibi, Quinte frater, qui nunc abes, consorti mecum temporum illorum? Mene non potuisse Milonis salutem tueri per eosdem, per quos nostram ille servasset? At in qua causa non potuisse? quae est grata gentibus . . . non potuisse? eis qui maxime P. Clodi morte acquierunt: quo deprecante? me.
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traduzione
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102 Tu, Milone, grazie a costoro hai potuto richiamarmi in patria, mentre a me non sar? possibile farti restare, servendomi del loro aiuto? Che risponder? ai miei figli, che ti considerano un secondo padre? E a te, Quinto, fratello mio, che ora sei lontano, ma hai condiviso con me quelle vicende ? Potr? risponderti che non sono riuscito ad assicurare la salvezza a Milone con l'aiuto di quegli stessi uomini che gli hanno consentito di garantire la mia? In che genere di causa ho fallito? In una causa che aveva il sostegno di tutti. E chi ? stato a impedire il nostro successo? Soprattutto chi, con la morte di Publio Clodio, ha ritrovato la serenit?. E chi ? stato a implorare? Io!
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