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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, I, 5
 
originale
 
5 Atque haec, ut ego arbitror, veteres rerum magis eventis moniti quam ratione docti probaverunt. Philosophorum vero exquisita quaedam argumenta, cur esset vera divinatio, conlecta sunt; e quibus, ut de antiquissumis loquar, Colophonius Xenophanes unus, qui deos esse diceret, divinationem funditus sustulit; reliqui vero omnes, praeter Epicurum balbutientem de natura deorum, divinationem probaverunt, sed non uno modo. Nam cum Socrates omnesque Socratici Zenoque et ii qui ab eo essent profecti manerent in antiquorum philosophorum sententia vetere Academia et Peripateticis consentientibus, cumque huic rei magnam auctoritatem Pythagoras iam ante tribuisset, qui etiam ipse augur vellet esse, plurumisque locis gravis auctor Democritus praesensionem rerum futurarum comprobaret, Dicaearchus Peripateticus cetera divinationis genera sustulit, somniorum et furoris reliquit, Cratippusque, familiaris noster, quem ego parem summis Peripateticis iudico, isdem rebus fidem tribuit, reliqua divinationis genera reiecit.
 
traduzione
 
5 Gli antichi, a mio parere, credettero alla verit? della divinazione pi? perch? impressionati dall'avverarsi delle profezie che per argomentazioni razionali. Ma quanto ai filosofi, sono stati raccolti i loro sottili ragionamenti per dimostrare che la divinazione corrisponde al vero. Tra essi (mi rifaccio dai pi? antichi), Senofane di Colofone fu il solo che, pur credendo all'esistenza degli d?i, neg? ogni fede nella divinazione. Tutti gli altri, eccettuato Epicuro che sulla natura degli d?i disse cose assurde, approvarono la divinazione, ma non nella stessa misura. Socrate e tutti i socratici, Zenone stoico e i suoi seguaci, si attennero alla dottrina dei filosofi pi? antichi, e dello stesso parere furono l'Accademia antica e i peripatetici; gi? prima di essi, Pitagora aveva attribuito alla divinazione grande autorit? (egli stesso, anzi, si considerava un ?ugure), e Democrito, filosofo di grande valore, in molti passi delle sue opere dichiar? di credere ai presentimenti del futuro. Invece il peripatetico Dicearco consider? veritieri soltanto i sogni e le profezie gridate in accessi di foll?a, neg? fede a ogni altro genere di divinazione e il mio intimo amico Cratippo, che io considero pari ai peripatetici pi? grandi, egualmente credette a quei due tipi di profezie, ripudi? tutti gli altri.
 

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