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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 9
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originale
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9 Eius orationi non sane desidero quid respondeam; satis enim defensa religio est in secundo libro a Lucilio, cuius disputatio tibi ipsi, ut in extremo tertio scribis, ad veritatem est visa propensior. Sed, quod praetermissum est in illis libris (credo, quia commodius arbitratus es separatim id quaeri deque eo disseri), id est de divinatione, quae est earum rerum quae fortuitae putantur praedictio atque praesensio, id, si placet, videamus quam habeat vim et quale sit. Ego enim sic existimo, si sint ea genera divinandi vera de quibus accepimus quaeque colimus, esse deos, vicissimque, si di sint, esse qui divinent."
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traduzione
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9 Beninteso, non sento il bisogno di replicare al suo discorso: la religione ? gi? stata difesa a sufficienza nel secondo libro da Lucilio Balbo, la cui trattazione tu stesso consideri pi? vicina alla verit?, come dichiari alla fine del terzo libro. Ma c'? un argomento che ? stato tralasciato in quei tre libri, perch?, suppongo, hai ritenuto che fosse pi? opportuno indagarlo e discuterne a parte: la divinazione, cio? la predizione e il presentimento di quelle cose che si considerano effetto del caso. Se sei d'accordo, vediamo quale potere essa abbia e quale natura. Io sono di questa opinione: se sono veritieri quei generi di divinazione che ci sono stati tramandati e che pratichiamo, allora gli d?i esistono; e se, a loro volta, gli d?i esistono, vi sono persone capaci di predire il futuro.?
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