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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, I, 11
 
originale
 
11 "Ego vero," inquam, "philosophiae, Quinte, semper vaco; hoc autem tempore, cum sit nihil aliud quod lubenter agere possim, multo magis aveo audire de divinatione quid sentias." "Nihil," inquit, "equidem novi, nec quod praeter ceteros ipse sentiam; nam cum antiquissimam sententiam, tum omnium populorum et gentium consensu comprobatam sequor. Duo sunt enim divinandi genera, quorum alterum artis est, alterum naturae.
 
traduzione
 
11 ?Per la filosofia,? risposi, ?io ho sempre l'animo disposto, caro Quinto; e poich? adesso non ho nient'altro a cui possa dedicarmi volentieri, tanto pi? son desideroso di sentire il tuo parere sulla divinazione.? ?Non dir? nulla di nuovo,? incominci? Quinto, ?n? opinioni mie divergenti da quelle altrui: io seguo una dottrina antichissima e, per di pi?, confermata dal consenso di tutti i popoli e di tutte le genti. Due sono i generi di divinazione, l'uno che riguarda l'arte, l'altro la natura.
 

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