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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, I, 25
 
originale
 
25 Ea fallit fortasse non numquam, sed tamen ad veritatem saepissime dirigit; est enim ab omni aeternitate repetita, in qua, cum paene innumerabiliter res eodem modo evenirent isdem signis antegressis, ars est effecta eadem saepe animadvertendo ac notando. Auspicia vero vestra quam constant! Quae quidem nunc a Romanis auguribus ignorantur (bona hoc tua venia dixerim), a Cilicibus, Pamphyliis, Pisidis, Lyciis tenentur.
 
traduzione
 
25 Pu? darsi che talvolta la congettura sia ingannevole, ma spessissimo conduce alla verit?: il suo inizio, difatti, si perde nella notte dei tempi, e siccome innumerevoli volte, dopo che si erano manifestati gli stessi presagi, accadevano quasi sempre gli stessi eventi, si ? costituita l'arte divinatoria con l'osservare e col registrare pi? volte le stesse cose. Quale valore, poi, hanno i vostri auspicii! 1 quali, invero, attualmente vengono ignorati dagli ?uguri romani (non te ne avere a male se lo dico), mentre sono ancora in vigore presso gli abitanti della Cilicia, della Panfilia, della Pisidia, della Licia.
 

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