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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 30
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originale
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30 Non igitur obnuntiatio Atei causam finxit calamitatis, sed signo obiecto monuit Crassum quid eventurum esset, nisi cavisset. Ita aut illa obnuntiatio nihil valuit aut, si, ut Appius iudicat, valuit, id valuit, ut peccatum haereat non in eo qui monuerit, sed in eo qui non obtemperarit.
Quid? Lituus iste vester, quod clarissumum est insigne auguratus, unde vobis est traditus? Nempe eo Romulus regiones direx?t tum, cum urbem condidit. Qui quidem Romuli lituus, id est incurvum et leviter a summo inflexu bacillum, quod ab eius litui, quo canitur, similitudine nomen invenit, cum situs esset in curia Saliorum, quae est in Palatio eaque defiagravisset, inventus est integer.
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traduzione
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30 La premonizione di Ateio, dunque, non cre? la causa della sventura, ma, mostrando il segno infausto, avvert? Crasso di che cosa sarebbe avvenuto se egli non avesse rinunciato ai suoi progetti. Dunque o quell'ammonimento non valeva niente, o, se valeva (e di ci? Appio era persuaso), la colpa doveva essere non di chi aveva ammonito, ma di chi non aveva obbedito.
E quel vostro lituo, che ? la pi? cospicua insegna degli ?uguri, donde vi ? stato tramandato? Fu con esso che Romolo tracci? le regioni del cielo quando fond? la citt?. Questo lituo di Romolo - cio? un bastoncino curvo e leggermente piegato nella parte superiore, che deriv? questo suo nome dalla somiglianza col lituo, tromba di guerra - era conservato nella curia dei Salii, sul Palatino, e, quando essa fu distrutta dalle fiamme, fu ritrovato intatto.
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