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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, I, 40
 
originale
 
40 Num te ad fabulas revoco vel nostrorum vel Graecorum poetarum? Narrat enim et apud Ennium Vestalis illa: "Et cita cum tremulis anus attulit artubus lumen, talia tum memorat lacrimans, exterrita somno. Eurydica prognata, pater quam noster amavit, vires vitaque corpus meum nunc deserit omne. Nam me visus homo pulcher per amoena salicta et ripas raptare locosque novos. Ita sola postilla, germana soror, errare videbar tardaque vestigare et quaerere te, neque posse corde capessere: semita nulla pedem stabilitat.
 
traduzione
 
40 Vuoi che ti rammenti le leggende narrate dai poeti nostri o dai greci? Anche in Ennio quella famosa vestale narra: "E appena la vecchia, frettolosa, ebbe portato una lucerna con mani tremanti, essa cos? dice piangendo, svegliatasi spaurita dal sonno: 'O figlia di Euridice, che nostro padre am?, io sento tutto il mio corpo privo di forza e di spirito vitale. Mi pareva, in sogno, che un uomo bello mi rapisse portandomi per ameni filari di salici e per rive e per luoghi mai visti. E cos?, poi, sola mi sembrava di vagare, sorella mia cara, e di avanzare a passi incerti e di cercare te, ma di non poter raggiungerti nella mia mente: nessun sentiero guidava sicuro il mio piede.
 

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