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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 42
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originale
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42 Haec, etiamsi ficta sunt a poeta, non absunt tamen a consuetudine somniorum. Sit sane etiam illud commenticium, quo Priamus est conturbatus, quia
"mater gravida parere se ardentem facem
visa est in somnis Hecuba; quo facto pater
rex ipse Priamus somnio, mentis metu
perculsus, curis sumptus suspirantibus,
exsacrificabat hostiis balantibus.
Tum coniecturam postulat pacem petens,
ut se edoceret obsecrans Apollinem
quo sese vertant tantae sortes somnium.
Ibi ex oraclo voce divina edidit
Apollo: puerum, primus Priamo qui foret
postilla natus, temperaret tollere:
eum esse exitium Troiae, pestem Pergamo."
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traduzione
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42 Anche se tutto ci? ? invenzione poetica, non si discosta da tanti altri tipi di sogni realmente accaduti. Ammettiamo pure che sia inventato quel sogno dal quale Priamo rimase turbato, perch? "la madre, Ecuba, mentre era incinta, sogn? che partoriva una fiaccola ardente. In seguito a ci? il padre, il re Priamo in persona, preso da timore in cuor suo per questo sogno, afflitto da ansie che si effondevano in sospiri, compiva sacrifici di vittime belanti. Quindi, implorando pace, chiede un responso, scongiura Apollo di fargli sapere a che cosa accennino presagi di sogni cos? gravi. Allora con voce divina Apollo rispose dall'oracolo: il bambino che per primo nascesse tra breve a Priamo, si guardasse bene dall'allevarlo: sarebbe stato rovina a Troia, sciagura a Pergamo."
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