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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 52
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originale
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52 Sed, veniamus nunc, si placet, ad somnia philosophorum. Est apud Platonem Socrates, cum esset in custodia publica, dicens Critoni, suo familiari, sibi post tertium die esse moriendum; vidisse se in somnis pulchritudine eximia feminam, quae se nomine appellans diceret Homericum quendam eius modi versum:
"Tertia te Phthiae tempestas laeta locabit."
quod, ut est dictum, sic scribitur contigisse. Xenophon Socraticus (qui vir et quantus!) in ea militia qua cum Cyro minor perfunctus est sua scribit somnia, quorum eventus mirabile exstiterunt.
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traduzione
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52 Ma, se sei d'accordo, passiamo ai sogni dei filosofi. Si legge in Platone che Socrate, trovandosi in carcere, disse al suo amico Critone che gli sarebbe toccato di morire tre giorni dopo: aveva visto in sogno una donna bellissima che, chiamatolo per nome, gli aveva detto un verso press'a poco cos?, simile a uno di Omero: "Il terzo giorno di bel tempo ti far? giungere a Ftia." E si trova scritto che ci? accadde proprio come era stato detto. Senofonte, discepolo di Socrate (quale uomo e di quanto valore!), nel racconto dell'impresa militare che comp? sotto Ciro il giovane, riferisce i suoi sogni, che mirabilmente si avverarono.
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