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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, I, 60
 
originale
 
60 "At multa falsa," Immo obscura fortasse nobis. Sed sint falsa quaedam; contra vera quid dicimus? Quae quidem multo plura evenirent, si ad quietem integr? iremus. Nunc onusti cibo et vino perturbata et confusa cernimus. Vide quid Socrates in Platonis Politia loquatur. Dicit enim cum dormientibus ea pars animi quae mentis et rationis sit particeps sopita langueat, illa autem in qua feritas quaedam sit atque agrestis immanitas cum sit immoderato obstupefacta potu atque pastu, exsultare eam in somno immoderateque iactari. "Itaque huic omnia visa obiciuntur a mente ac ratione vacua, ut aut cum matre corpus miscere videatur aut cum quovis alio vel nomine vel deo, saepe belua, atque etiam trucidare aliquem et impie cruentari multaque facere impure atque taetre cum temeritate et impudentia.
 
traduzione
 
60 "Ma molti sogni son falsi." Piuttosto, forse, sono per noi di difficile comprensione. Ma ammettiamo che ve ne siano di falsi: contro quelli veri che cosa diremo? E risulterebbero veri molto pi? spesso se ci disponessimo al sonno in perfette condizioni. Ora, ripieni di cibo e di vino, vediamo in sogno cose alterate e confuse. Rammenta le parole di Socrate nella Repubblica di Platone. Egli dice: "Poich? nel sonno quella parte dell'anima che appartiene alla sfera razionale ? assopita e debole, quella invece in cui risiede un istinto ferino e una rozza violenza ? abbrutita dal bere e dal cibo eccessivo, questa si sfrena e si esalta smoderatamente mentre dormiamo. Ad essa, perci?, si presentano visioni d'ogni genere, prive di senno e di ragionevolezza: si ha l'impressione di unirsi carnalmente con la propria madre o con qualsiasi altro essere umano o divino, spesso con una bestia; di trucidare addirittura qualcuno e di macchiarsi empiamente le mani di sangue; di fare molte altre cose impure e orrende, senza ritegno n? pudore.
 

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