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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 62
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originale
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62 Epicurum igitur audiemus potius? Namque Carneades concertationis studio modo ait hoc, modo illud; at ille quod sentit: sentit autem nihil umquam elegans, nihil decorum. Hunc ergo antepones Platoni et Socrati? Qui ut rationem non redderent, auctoritate tamen hos minutos philosophos vincerent. Iubet igitur Plato sic ad somnum proficisci corporibus adfectis, ut nihil sit, quod errorem animis perturbationemque adferat. Ex quo etiam Pythagoreis interdictum putatur, ne faba vescerentur, quod habet infiationem magnam is cibus tranquillitati mentis quaerenti vera contrariam.
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traduzione
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62 Daremo retta, dunque, piuttosto a Epicuro? Ch? Carneade, per il gusto di polemizzare contro tutti, dice ora questo, ora quello. Epicuro no, dice quel che pensa; ma non pensa mai niente di bello, niente di onorevole. Costui, dunque, lo anteporrai a Platone e a Socrate? I quali, anche se non dimostrassero appieno le loro dottrine, egualmente supererebbero per autorit? quei filosofucci. Platone, dunque, prescrive che ci si abbandoni al sonno col corpo in condizioni tali da non arrecare nessun motivo di errore o di turbamento all'anima. Per la stessa ragione si ritiene che anche ai pitagorici fosse vietato di mangiar fave, poich? questo cibo produce una grande flatulenza, dannosa alla tranquillit? della mente che ricerca la verit
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