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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 79
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originale
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79 Quid? amores ac deliciae tuae, Roscius, num aut ipse aut pro eo Lanuvium totum mentiebatur? Qui cum esset in cunabulis educareturque in Solonio, qui est campus agri Lanuvini, noctu lumine apposito experrecta nutrix animadvertit puerum dormientem circumplicatum serpentis amplexu. Quo aspectu exterrita clamorem sustulit. Pater autem Rosci ad haruspices rettulit, qui responderunt nihil illo pucro clarius, nihil nobilius fore. Atque hanc speciem Pasiteles caelavit argento et noster expressit Archias versibus.
Quid igitur expectamus? An dum in foro nobiscum di immortales, dum in viis versentur, dum domi? Qui quidem ipsi se nobis non offerunt, vim autem suam longe lateque diffundunt, quam tum terrae cavernis includunt, tum hominum naturis implicant. Nam terrae vis Pythiam Delphis incitabat, naturae Sibyllam. Quid enim? Non videmus quam sint varia terrarum genera? Ex quibus et mortifera quaedam pars est, ut et Ampsancti in Hirpinis et in Asia Plutonia quae vidimus, et sunt partes agrorum aliae pestilentes, aliae salubres, aliae quae acuta ingenia gignant, aliae quae retusa: quac omnia fiunt et ex caeli varietate et ex disparili adspiratione terrarum.
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traduzione
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79 E Roscio, da te tanto amato e ammirato, mentiva egli stesso o mentiva per lui tutta Lanuvio? Era ancora in culla ed era allevato nel Solonio, che ? una localit? campestre presso Lanuvio. Di notte, la sua nutrice si svegli? (una lampada accanto faceva luce), e vide che il bambino addormentato era avvolto entro le spire di un serpente. Atterrita da quella vista, lanci? un grido. Il padre di Roscio rifer? la cosa agli ar?spici, i quali risposero che nulla al mondo sarebbe stato pi? insigne, pi? famoso di quel bambino. E questa scena Pasitele la cesell? in argento e il nostro Archia la narr? in poesia.
Che cosa aspettiamo, dunque? Che gli d?i immortali s'intrattengano con noi nel f?ro, per la strada, in casa? Certo, essi non si presentano a noi direttamente, ma diffondono per lungo e per largo il loro influsso; e ora lo immettono negli antri sotterranei, ora lo infondono in anime umane. La forza della terra ispirava la Pizia a Delfi, la forza della sua stessa indole incitava la Sibilla. E non vediamo dunque quanto varii siano i tipi di terra? Ve ne sono di mortiferi, come Ampsancto in Irpinia e i Plutonia che io ho visto in Asia; vi sono plaghe, alcune pestifere, altre salubri; in alcune nascono uomini di ingegno acuto, in altre ottuso; tutto ci? dipende sia dalla diversit? dei climi, sia dalle differenti esalazioni dei terreni
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