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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 81
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originale
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81 Obiciuntur etiam saepe formae, quae reapse nullae sunt; speciem autem offerunt; quod contigisse Brenno dicitur eiusque Gallicis copiis, cum fano Apollinis Delphici nefarium bellum intulisset. Tum enim ferunt ex oraclo ecfatam esse Pythiam:
"Ego providebo rem istam et albae virgines."
Ex quo factum ut viderentur virgines ferre arma contra et nive Gallorum obrueretur exercitus.
Aristoteles quidem eos etiam, qui valetudinis vitio furerent et melancholici dicerentur, censebat habere aliquid in animis praesagiens atque divinum. Ego autem haud scio an nec cardiacis tribuendum hoc sit nec phreneticis; animi enim integri, non vitiosi est corporis divinatio.
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traduzione
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81 Spesso anche si presentano alla vista delle immagini che non hanno realt? alcuna, ma ne hanno l'apparenza. Ci?, si narra, accadde a Brenno e ai Galli suoi soldati, quando quel re scaten? un'empia guerra contro il tempio di Apollo delfico. Dicono che allora la Pizia parl? solennemente cos? dall'oracolo: "A questo provveder? io, e con me le bianche vergini."
Accadde allora che delle vergini sembrassero avanzarsi armate, e che in realt? l'esercito dei Galli fosse sepolto sotto la neve.
Aristotele riteneva che anche i veri e propri ammalati di pazzia furiosa e i cosiddetti atrabiliari avessero nelle loro anime qualcosa di profetico e divinatorio. Ma io non direi che questa qualit? vada attribuita ai biliosi e ai frenetici: la divinazione ? dote di anime integre, non di corpi ammalati.
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