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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 82
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originale
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82 Quam quidem esse re vera hac Stoicorum ratione concluditur: 'Si sunt di neque ante declarant hominibus quae futura sint, aut non diligunt homines, aut quid eventurum sit ignorant, aut existumant nihil interesse hominum scire quid sit futurum, aut non censent esse suae maiestatis praesignificare hominibus quae sunt futura, aut ea ne ipsi quidem di significare possunt. At neque non diligunt nos (sunt enim benefici generique hominum amici), neque ignorant ea quae ab ipsis constituta et designata sunt, neque nostra nihil interest scire ea quae eventura sint (erimus enim cautiores, si sciemus), neque hoc alienum ducunt maiestate sua (nihil est enim beneficentia praestantius), neque non possunt futura praenoscere.
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traduzione
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82 Che davvero la divinazione esista si dimostra con questa argomentazione degli stoici: "Se gli d?i esistono e non fanno sapere in anticipo agli uomini il futuro, o non amano gli uomini, o ignorano ci? che accadr?, o ritengono che non giovi affatto agli uomini sapere il futuro, o stimano indegno della loro maest? preavvertire gli uomini delle cose che avverranno, o nemmeno gli d?i stessi sono in grado di farle sapere. Ma non ? vero che non ci amino (sono, infatti, ben?fici e amici del genere umano), n? ? possibile che ignorino ci? che essi stessi hanno stabilito e predisposto, n? si pu? Ammettere che non ci giovi sapere ci? che accadr? (ch?, se lo sapremo, saremo pi? prudenti), n? essi ritengono che CI? non si confaccia alla loro maest? (niente ?, difatti, pi? glorioso che fare il bene), n? possono essere incapaci di prevedere il futuro.
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