Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Della divinazione, I, 85
|
|
originale
|
|
85 Nec vero quicquam aliud adfertur cur ea quae dico divinandi genera nulla sint, nisi quod difficile dictu videtur quae cuiusque divinationis ratio, quae causa sit. Quid enim habet haruspex, cur pulmo incisus etiam in bonis extis dirimat tempus et proferat diem? Quid augur, cur a dextra corvus, a sinistra cornix faciat ratum? Quid astrologus, cur stella Iovis aut Veneris coniuncta cum luna ad ortus puerorum salutaris sit, Saturni Martisve contraria? Cur autem deus dormientes nos moneat, vigilantes neglegat? Quid deinde causae est, cur Cassandra furens futura prospiciat, Priamus sapiens hoc idem facere non queat?
|
|
traduzione
|
|
85 Del resto, chi sostiene che i generi di divinazione di cui parlo non hanno alcun valore, obietta soltanto questo: che appare difficile dire quale sia il procedimento razionale, quale la causa di ciascuna divinazione. Che motivo pu? addurre l'ar?spice per cui un polmone che presenta una fenditura, anche se le viscere sono in complesso di buon augurio, debba far sospendere il tempo di un'azione e farla rinviare a un altro giorno? Che motivo ha l'?ugure di sentenziare che un corvo che gr?cida da destra, una cornacchia da sinistra, sono di buon augurio? Che motivo ha l'astrologo di dire che l'astro di Giove o di Venere in congiunzione con la luna ? di buon auspicio per la nascita dei bambini, mentre gli astri di Saturno o di Marte sono infausti? E ancora, perch? la divinit? ci ammonisce mentre dormiamo, non si cura di noi quando siamo svegli? Che ragione c'? per cui Cassandra veda il futuro in stato di folle esaltazione, e non sia in grado di far ci? Priamo trovandosi perfettamente in senno?
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|