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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 87
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originale
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87 Dixi de Pythagora, de Democrito, de Socrate, excepi de antiquis praeter Xenophanem neminem, adiunxi veterem Academiam, Peripateticos, Stoicos; unus dissentit Epicurus. Quid vero hoc turpius, quam quod idem nullam censet gratuitam esse virtutem?
Quis est autem, quem non moveat clarissumis monumentis testata consignataque antiquitas? Calchantem augurem scribit Homerus longe optumum, eumque ducem classium fuisse ad Ilium, - auspiciorum, credo, scientia, non locorum.
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traduzione
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87 Ho menzionato Pitagora, Democrito, Socrate; tra i pi? antichi non ho dovuto far eccezioni per nessuno tranne per Senofane. Ho aggiunto l'Accademia antica, i peripatetici, gli stoici. Dissente solo Epicuro; ma che cosa c'? di pi? turpe del fatto che il medesimo Epicuro sostiene che non esiste alcuna virt? disinteressata?
Chi, d'altra parte, non rimane impressionato dall'antichit? dei fatti testimoniati e garantiti da documenti di gran valore? Omero dice che Calcante fu l'?ugure di gran lunga migliore di tutti, e che guid? le navi greche fino a Ilio, grazie alla sua conoscenza degli auspicii, credo bene, non a quella dei luoghi.
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