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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 103
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originale
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103 Quae quidem a te scis et consule et imperatore summa cum religione esse servata. Praerogativam etiam maiores omen iustorum comitiorum esse voluerunt.
Atque ego exempla ominum nota proferam. L. Paulus consul iterum, cum ei bellum ut cum rege Perse gereret obtigisset, ut ea ipsa die domum ad vesperum rediit, filiolam suam Tertiam, quae tum erat admodum parva, osculans animadvertit tristiculam. "Quid est," inquit, "mea Tertia? quid tristis es?" "Mi pater," inquit, "Persa periit." Tum ille artius puellam complexus: 'Accipio," inquit, "mea filia, omen. Erat autem mortuus catellus eo nomine,
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traduzione
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103 Tu sai bene che, quando sei stato console e comandante militare, hai osservato queste norme con grande scrupolo. Anche riguardo alla centuria che votava per prima nei comizi, i nostri antenati ritennero che per il suo nome essa costituisse un buon auspicio di elezioni conformi alla legge.
Ed io ti rammenter? ben noti esempi di ?mina. Lucio Paolo, console per la seconda volta, essendogli toccato l'incarico di condurre la guerra contro il re Perse, quando in quello stesso giorno, sull'imbrunire, ritorn? a casa, nel dare un bacio alla sua bambina Terzia, ancora molto piccola a quel tempo, si accorse che era un po' triste. "Che ? successo, Terzia?" le chiese; "perch? sei triste?." E lei: "Babbo," disse, "? morto Persa." Egli allora, abbracciandola forte, disse: "Accetto il presagio, figlia mia." Era morto un cagnolino che si chiamava cos
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