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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 111
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originale
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111 (Rarum est quoddam genus eorum qui se a corpore ?vocent et ad divinarum rerum cognitionem cura omni studioque rapiantur). Horum sunt auguria non divini impetus, sed rationis humanae; nam et natura futura praesentiunt, ut aquarum eluviones et deflagrationem futuram aliquando caeli atque terrarum; alii autem in re publica esercitati, ut de Atheniensi Solone accepimus, orientem tyrannidem multo ante prospiciunt. Quos prudentes possumus dicere, id est providentes, divinos nullo modo possumus, non plus quam Milesium Thalem, qui, ut obiurgatores suos convinceret ostenderetque etiam philosophum, si ei commodum esset, pecuniam facere posse, omnem oleam, ante quam florere coepisset, in agro Milesio coemisse dicitur.
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traduzione
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111 Soltanto poche persone sono capaci di astrarsi dal corpo e di innalzarsi, mettendo in opera tutte le loro energie, fino alla conoscenza delle cose divine. Le profezie di costoro non dipendono da afflato divino, ma da ragionamento umano: essi prevedono i fenomeni che avverranno per cause naturali, come le alluvioni o quella deflagrazione del cielo e della terra che un giorno avverr?; altri fra costoro, avendo pratica di cose politiche, sanno prevedere con molto anticipo il sorgere di una tirannide, come sappiamo che fece l'ateniese Solone. Questi li possiamo chiamare "prudenti", cio? "preveggenti", ma certamente non dotati di divinazione. Lo stesso si pu? dire di Talete di Mileto, il quale, per mettere a tacere i suoi denigratori e per mostrar loro che anche un filosofo, se gli aggrada, pu? far guadagni, compr? - si racconta - tutti gli olivi del territorio di Mileto prima che incominciassero a fiorire.
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