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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, I, 116
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originale
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116 Hic magna quaedam exoritur, neque ea naturalis, sed artificiosa somniorum [Antiphonis] interpretatio eodemque modo et oraculorum et vaticinationum: sunt enim explanatores, ut grammatici po?tarum. Nam ut aurum et argentum, aes, ferrum frustra natura divina genuisset, nisi eadem docuisset quem ad modum ad eorum venas perveniretur, nec fruges terrae bacasve arborum cum utilitate ulla generi bumano dedisset, nisi hearum cultus et conditiones tradidisset, materiave quicquam iuvaret, nisi confectionis eius fabricam haberemus, sic cum omni utilitate quam di hominibus dederunt ars aliqua coniuncta est per quam illa utilitas percipi possit. Item igitur somniis, vaticinationibus, oraclis, quod erant multa obscura, multa ambigua, explanationes adhibitae sunt interpretum.
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traduzione
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116 E qui si fa valere un'importante interpretazione dei sogni [dovuta ad Antifonte], e anche degli oracoli e dei vaticinii: un'interpretazione basata non sulla natura, ma sull'arte: ch? vi sono interpreti di queste profezie, come i filologi sono interpreti dei poeti. Giacch?, come la natura divina avrebbe creato invano l'oro e l'argento, il rame, il ferro, senza poi insegnare il modo di arrivare ai loro giacimenti, e senza alcuna utilit? avrebbe dato al genere umano le messi della terra e i frutti degli alberi, se non ne avesse insegnato la coltivazione e la conservazione, e a nulla servirebbe il legname, se non sapessimo l'arte di fabbricare con esso tante cose, allo stesso modo con ogni beneficio che gli d?i hanno dato agli uomini ? stata congiunta un'arte grazie alla quale quel beneficio potesse essere goduto. Dunque anche ai sogni, ai vaticinii, agli oracoli, poich? presentavano molte oscurit? e ambiguit?, furono fornite le spiegazioni degli interpreti.
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