Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Della divinazione, I, 124
|
|
originale
|
|
124 Illud tamen eius philosophi magnificum ac paene divinum, quod, cum impiis sententiis damnatus esset, aequissimo animo se dixit mori; neque enim domo egredienti neque illud suggestum, in quo causam dixerat, ascendenti signum sibi ullum, quod consuesset, a deo quasi mali alicuius impendentis datum.
Equidem sic arbitror, etiamsi multa fallant eos, qui aut arte aut coniectura divinare videantur, esse tamen divinationem; homines autem, ut in ceteris artibus, sic in hac posse falli. Potest accidere ut aliquod signum dubie datum pro certo sit acceptum, potest aliquod latuisse aut ipsum aut quod esset illi contrarium. Mihi autem ad hoc, de quo disputo, probandum satis est non modo plura, sed etiam pauciora divine praesensa et praedicta reperiri.
|
|
traduzione
|
|
124 Ma un detto solo, splendido e, direi, divino, voglio ricordare di quel filosofo: condannato da un'empia sentenza, disse che moriva con piena serenit?, perch?, n? quando era uscito di casa, n? quando era salito sulla tribuna dalla quale aveva pronunciato la sua difesa, aveva ricevuto dal d?mone alcuno dei soliti segni premonitori di qualche male.
Questo ?, in verit?, il mio parere: sebbene molte volte coloro che hanno fama di indovini esperti nell'osservazione dei segni o nella previsione del futuro cadano in errore, tuttavia la divinazione esiste; gli uomini, del resto, possono sbagliarsi in quest'arte, come in tutte le altre. Pu? accadere che un segno dato come dubbio sia interpretato come sicuro; pu? rimanere inosservato un segno, o un altro contrastante col primo. Ma per dimostrare la tesi che io sostengo ? sufficiente che si accerti l'esistenza, nemmeno di una maggioranza di previsioni e predizioni avveratesi ma anche solo di una minoranza.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|