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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, I, 126
 
originale
 
126 Ex quo intellegitur ut fatum sit non id quod superstitiose, sed id quod physice dicitur, causa aeterna rerum, cur et ea, quae praeterierunt, facta sint et, quae instant, fiant et, quae sequuntur, futura sint. Ita fit ut et observatione notari possit quae res quamque causam plerumque consequatur, etiamsi non semper (nam id quidem adfirmare difficile est), easdemque causas veri simile est rerum futurarum cerni ab iis qui aut per furorem eas aut in quiete videant.
 
traduzione
 
126 Da ci? si comprende che il fato ? da concepire, non superstiziosamente ma scientificamente, come la causa eterna in virt? della quale le cose passate sono avvenute, le presenti avvengono, le future avverranno. Per questo, grazie all'osservazione, da un lato si pu? nella maggior parte dei casi indicare quale effetto risulter? da una data causa (nella maggior parte dei casi, non sempre, poich? un'affermazione cos? perentoria sarebbe arrischiata); d'altro lato, ? verosimile che le medesime cause degli eventi futuri siano sc?rte da coloro che hanno visioni in stato di esaltazione o in sogno.
 

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