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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Cicerone
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Della divinazione, I, 130
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originale
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130 Atque hanc quidem rationem naturae difficile est fortasse traducere ad id genus divinationis, quod ex arte profectum dicimus; sed tamen id quoque rimatur, quantum potest, Posidonius. Esse censet in natura signa quaedam rerum futurarum. Etenim Ceos accepirnus ortum Caniculae diligenter quotannis solere servare coniecturamque capere, ut scribit Ponticus Heraclides, salubrisne an pestilens annus futurus sit: nam si obscurior quasi caligit nosa stella exstiterit, pingue et concretum esse caelum, ut eius adspiratio gravis et pestilens futura sit; sin inlustris et perlucida stella apparuerit, significari caelum esse tenue purumque et propterea salubre.
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traduzione
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130 Questo argomento tratto dalla natura , forse, non ? facile riferirlo a quel genere di divinazione che, come si ? detto, deriva dall'arte; e tuttavia Posidonio, per quanto pu?, scruta anche questo campo. Egli ritiene che vi siano in natura dei segni premonitori del futuro. Sappiamo, ad esempio, che gli abitanti di Ceo sono soliti, ogni anno, osservare attentamente il sorgere della Canicola e da ci? prevedere se l'annata sar? salubre o malsana, come riferisce Eracl?de Pontico: se l'astro sorger? alquanto velato e quasi caliginoso, l'aria sar? densa e piena di vapori, sicch? la respirazione risulter? penosa e nociva; se invece la costellazione apparir? chiara e lucente, vorr? dire che l'aria sar? sottile e pura, e quindi salubre.
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