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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Contro Catilina, IV, 12
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originale
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[12] Cum vero mihi proposui regnantem Lentulum, sicut ipse se ex fatis sperasse confessus est, purpuratum esse huic Glabinium, cum exercitu venisse Catilinam, tum lamentationem matrum familias, tum fugam virginum atque puerorum ac vexationem virginum Vestalium perhorresco et, quia mihi vellementer haec videntur misera atque miseranda, idcirco in eos, qui ea perlicere voluerunt, me severum vehementemque praebeo. Etenim quaero, si quis pater familias liberis suis a servo interfectis, uxore occisa, incensa domo supplicium de servo non quam acerbissumum sumpserit, utrum is clemens ac misericors an inhumanissimus et crudelissimus esse videatur. Mihi vero inportunus ac ferreus, qui non dolore et cruciatu nocentis suum dolorem cruciatumque lenierit. Sic nos in his hominibus, qui nos, qui coniuges, qui liberos nostros trucidare voluerunt, qui singulas unius cuiusque nostrum domos et hoc universum rei publicae domicilium delere conati sunt, qui id egerunt, ut gentem Allobrogum in vestigiis huius urbis atque in einere deflagrati imperii collocarent, si vehementissimi fuerimus, misericordes habebimur; sin remissiores esse voluerimus, summae nobis crudelitatis in patriae civiumque pernicie fama subeunda est.
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traduzione
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12 Ma quando immagino Lentulo signore assoluto di Roma (lui stesso ha confessato di aspettarselo dal destino) e Gabinio suo dignitario, quando immagino Catilina qui, in citt? col suo esercito, allora sono sconvolto di fronte ai lamenti delle madri, alla fuga di fanciulle e bambini, alla violenza sulle vergini Vestali! Lo strazio, la piet? di queste immagini mi ispirano un comportamento duro, inflessibile verso chi avrebbe voluto tradurle in realt?! Del resto mi chiedo: se un padre scopre che un servo gli ha ucciso i figli, trucidato la moglie, bruciato la casa, se questo padre non condanna il servo alla pena pi? severa, vi sembrerebbe clemente e pietoso o l'essere pi? disumano e crudele? Per me, in verit?, ? inclemente e duro come il ferro chi non cerca di lenire il proprio dolore e il proprio tormento con il dolore e il tormento di chi ? colpevole. Allo stesso modo saremo considerati pietosi solo se in noi non ci sar? ombra di cedevolezza verso questi uomini che hanno voluto trucidare noi, le nostre mogli e i nostri figli, che hanno tentato di radere al suolo le case di ciascuno di noi e la sede di tutto lo Stato, che si sono proposti di insediare gli Allobrogi sui resti della nostra citt? e sulla cenere di un impero annientato. Ma se vorremo mostrarci troppo indulgenti, saremo inevitabilmente accusati di essere oltremodo crudeli, perch? ? in ballo la sopravvivenza della patria e della cittadinanza.
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