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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Contro Catilina, IV, 17
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originale
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[17] Quare si quem vestrum forte commovet hoc, quod auditum est, lenonem quendam Lentuli concursare circum tabernas, pretio sperare sollicitari posse animos egentium atque imperitorum, est id quidem coeptum atque temptatum, sed nulli sunt inventi tam aut fortuna miseri aut voluntate perditi, qui non illum ipsum sellae atque operis et quaestus cotidiani locum, qui non cubile ac lectulum suum, qui denique non cursum hunc otiosum vitac suae salvum esse velint. Multo vero maxima pars eorum, qui in tabernis sunt, immo vero (id enim potius est dicendum) genus hoc universum amantissimum est otii. Etenim omne instrumentum, omnis opera atque quaestus sequentia civium sustentatur, alitur otio; quorum si quaestus occlusis tabernis minui solet, quid tandem incensis futurum fuit?
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traduzione
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17 Perci?, se qualcuno di voi rimane sconcertato sentendo che un intermediario di Lentulo si aggira per negozi con l'intenzione di far proseliti tra i bisognosi e gli sprovveduti, a prezzo di denaro, ebbene, anche questo ? stato tentato, ma non ? stato trovato nessuno che fosse di condizione cos? misera o di propositi cos? disperati da mettere a repentaglio il posto dove siede al lavoro, dove si guadagna da vivere, la sua stanza e il suo lettuccio, insomma da voler compromettere il tranquillo corso della sua esistenza. In verit?, la stragrande maggioranza di chi ha un'attivit? in proprio, diciamo meglio tutta questa categoria, apprezza la pace come nessun'altra. Infatti, ogni mestiere, ogni lavoro, ogni attivit? si basa sull'affluenza di clienti e si alimenta con la pace. Se l'attivit? diminuisce con la chiusura dei negozi, che cosa accadrebbe se venissero incendiati?
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