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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Sogno di Scipione, 11
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originale
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(11) Videsne illam urbem, quae parere populo Romano coacta per me renovat pristina bella nec potest quiescere?' Ostendebat autem Carthaginem de excelso et pleno stellarum, illustri et claro quodam loco. 'Ad quam tu oppugnandam nunc venis paene miles. Hanc hoc biennio consul evertes, eritque cognomen id tibi per te partum, quod habes adhuc a nobis hereditarium. Cum autem Carthaginem deleveris, triumphum egeris censorque fueris et obieris legatus Aegyptum, Syriam, Asiam, Graeciam, deligere iterum consul absens bellumque maximum conficies, Numantiam exscindes. Sed cum eris curru in Capitolium invectus, offendes rem publicam consiliis perturbatam nepotis mei.
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traduzione
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11 ?Vedi, laggi?, la citt? che, costretta per mio tramite a ubbidire al
popolo romano, rinnova le guerre d'un tempo e non riesce a rimanere in
pace??. (Mi indicava Cartagine dall'alto di un luogo elevatissimo e pieno
di stelle, luminoso e nitido.) ?Tu adesso vieni ad assediarla quasi come
soldato semplice, ma entro i prossimi due anni la abbatterai come console
e ne otterrai, per tuo personale merito, quel soprannome che fino a oggi
hai ereditato da noi. Quando poi avrai distrutto Cartagine, celebrato il
trionfo, rivestito la carica di censore e percorso, in qualit? di legato,
l'Egitto, la Siria, l'Asia, la Grecia, verrai scelto, bench? assente, come
console per la seconda volta e porterai a termine una guerra
importantissima: raderai al suolo Numanzia. Ma, dopo che su un carro
trionfale sarai giunto al Campidoglio, troverai la repubblica sconvolta
dai piani di mio nipote?.
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