LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Cesare
De bello gallico VII,43
 
originale
 
[43] Interim nuntio allato omnes eorum milites in potestate Caesaris teneri, concurrunt ad Aristium, nihil publico factum consilio demonstrant; quaestionem de bonis direptis decernunt, Litavicci fatrumque bona publicant, legatos ad Caesarem sui purgandi gratia mittunt. Haec faciunt reciperandorum suorum causa; sed contaminati facinore et capti compendio ex direptis bonis, quod ea res ad multos pertinebat, timore poenae exterriti consilia clam de bello inire incipiunt civitatesque reliquas legationibus sollicitant. Quae tametsi Caesar intellegebat, tamen quam mitissime potest legatos appellat: nihil se propter inscientiam levitatemque vulgi gravius de civitate iudicare neque de sua in Aeduos benevolentia deminuere. Ipse maiorem Galliae motum exspectans, ne ab omnibus civitatibus circumsisteretur, consilia inibat quemadmodum ab Gergovia discederet ac rursus omnem exercitum contraheret, ne profectio nata ab timore defectionis similis fugae videretur.
 
traduzione
 
Nel frattempo, giunge notizia che tutte le truppe edue sono sotto l'autorit? di Cesare: corrono da Aristio, gli spiegano che l'accaduto non dipendeva certo da una delibera ufficiale. Aprono un'inchiesta sul saccheggio, confiscano i beni di Litavicco e dei suoi fratelli, inviano una legazione a Cesare per discolparsi. Si comportano cos? nel tentativo di recuperare le proprie truppe, ma, macchiati dalla colpa commessa e trattenuti dai guadagni del saccheggio - molti ne erano coinvolti - e anche per timore di una punizione, assumono segretamente iniziative per riprendere la guerra e sobillano gli altri popoli mediante ambascerie. Anche se lo intuiva, Cesare tuttavia si rivolge agli emissari edui con le parole pi? miti possibili: per via dell'incoscienza e della leggerezza del popolo non voleva pronunciare una condanna troppo dura nei confronti degli Edui, n? intendeva diminuire la sua benevolenza verso di loro. Cesare, in effetti, si aspettava una pi? grave sollevazione della Gallia e, per non trovarsi circondato da tutti i popoli, stava valutando come lasciare Gergovia e riunire nuovamente l'esercito, ma cercava di evitare che il suo ripiegamento, dettato dal timore di una defezione, sembrasse una fuga.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons