[3] At ille qui coeperat: "Ne" inquit "istud mendacium tam verum est quam siqui velit dicere magico susurramine amnes agiles reverti, mare pigrum conligari, ventos inanimes exspirare, solem inhiberi, lunam despumari, stellas evelli, diem tolli, noctem teneri." Tunc ego in verba fidentior: "Heus tu" inquam "qui sermonem ieceras priorem, ne pigeat te vel taedeat reliqua pertexere", et ad alium: "Tu vero crassis auribus et obstinato corde respuis quae forsitan vere perhibeantur. Minus hercule calles pravissimis opinionibus ea putari mendacia quae vel auditu nova vel visu rudia vel certe supra captum cogitationis ardua videantur; quae si paulo accuratius exploraris, non modo compertu evidentia verum etiam factu facilia senties.
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?Sono frottole queste,? continuava, intanto, quello che aveva parlato per primo, ?vere come quelle di chi vorrebbe far credere che basta una formuletta magica per fare andare i fiumi all'ins?, rendere il mare una massa solida, impedire ai venti di soffiare, fermare il sole, far svaporare la luna, staccare le stelle dal cielo, oscurare il giorno e rendere eterna la notte.?
Io, allora, incoraggiato, ripresi: ?Ehi, tu, che evidentemente hai avviato il discorso, non prendertela, non badargli, continua il tuo racconto.? E all'altro: ?In quanto a te fai male a tapparti le orecchie e a rifiutarti cocciutamente di credere a delle cose che potrebbero anche esser vere. Capita, sai, per una sciocca prevenzione per?, di ritenere falso ci? che non si ? mai visto o udito o che cade fuori della nostra comprensione; ma se poi ci pensi un po' su ti accorgi che tutto ? spiegabilissimo, non solo, ma che ? anche realmente possibile.
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