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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), I, 18
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originale
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[18] Aliquantum processeramus, et iam iubaris exortu cuncta conlustrantur. Et ego curiose sedulo arbitrabar iugulum comitis, qua parte gladium delapsum videram, et mecum: "Vesane," aio "qui poculis et vino sepultus extrema somniasti. Ecce Socrates integer sanus incolumis. Ubi vulnus? Spongia ? Ubi postremo cicatrix tam alta, tam recens?" Et ad illum: "Non" inquam "immerito medici fidi cibo et crapula distentos saeva et gravia somniare autumant: mihi denique, quod poculis vesperi minus temperavi, nox acerba diras et truces imagines obtulit, ut adhuc me credam cruore humano aspersum atque impiatum." Ad haec ille subridens: "At tu" inquit "non sanguine sed lotio perfusus es. Verum tamen et ipse per somnium iugulari visus sum mihi, nam et iugulum istum dolui et cor ipsum mihi avelli putavi, et nunc etiam spiritu deficior et genua quatior et gradu titubo et aliquid cibatus refovendo spiritu desidero." "En" inquam "paratum tibi adest ientaculum", et cum dicto manticam meam humero exuo, caseum cum pane propere ei porrigo, et "Iuxta platanum istam residamus" aio.
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traduzione
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?Avevamo gi? fatta un bel po' di strada e il sole, ormai alto, illuminava ogni cosa all'intorno. Io, intanto, non facevo che guardare con curiosit? e apprensione la gola del mio compagno, l? dove avevo visto penetrare la spada e mi dicevo: 'Ma guarda un po' che matto. Ne devi aver scolati di bicchieri ed essere stato ben sbronzo per fare sogni cos? assurdi. Eccotelo qua Socrate, sano e vegeto. E dov'? la ferita, dove la spugna e quell'orribile piaga sanguinante?'
?Poi rivolto a lui: 'Non hanno mica torto quei gran dottori quando dicono che chi mangia molto e alza troppo il gomito poi fa brutti sogni. Prendi me, per esempio ieri sera mi son lasciato andare alle libagioni e cos? ho passato una notte infernale, piena di incubi spaventosi, tanto che mi sembra ancora di esser tutto imbrattato di sangue umano.'
?'Ma che sangue e sangue,' mi sogghign?, 'pieno di piscio sei. Per? ho fatto un sogno anch'io mi pareva che mi sgozzassero; sentivo un gran dolore qui alla gola e come se mi strappassero il cuore; pure ora mi manca il respiro, mi tremano le ginocchia e mi par di cadere. Sento proprio il bisogno di mettere qualcosa sotto i denti per riprendere le forze.'
?'Eccoti servita la colazione' e, detto fatto, mi tolsi il sacco dalle spalle e gli offrii del pane con del formaggio. 'Anzi,' gli feci, 'sediamoci la, sotto quel platano.'
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