[1] Ut primum nocte discussa sol novus diem fecit, et somno simul emersus et lectulo, anxius alioquin et nimis cupidus cognoscendi quae rara miraque sunt, reputansque me media Thessaliae loca tenere qua artis magicae nativa cantamina totius orbis consono orbe celebrentur fabulamque illam optimi comitis Aristomenis de situ civitatis huius exortam, suspensus alioquin et voto simul et studio, curiose singula considerabam. Nec fuit in illa civitate quod aspiciens id esse crederem quod esset, sed omnia prorsus ferali murmure in aliam effigiem translata, ut et lapides quos offenderem de homine duratos et aves quas audirem indidem plumatas et arbores quae pomerium ambirent similiter foliatas et fontanos latices de corporibus humanis fluxos crederem; iam statuas et imagines incessuras, parietes locuturos, boves et id genus pecua dicturas praesagium, de ipso vero caelo et iubaris orbe subito venturum oraculum.
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Appena il sole fug? le tenebre e riport? sulla terra la luce, io mi destai e subito saltai fuori dal letto desideroso e impaziente di conoscere tutte le cose bellissime e rare del luogo, tanto pi?, pensai, che mi trovavo proprio nel cuore della Tessaglia, la terra degli incantesimi, la culla della magia, famosa per questo in tutto il mondo e, per giunta, proprio dove era accaduto il fatto straordinario raccontato da quell'ottimo compagno di viaggio che era stato Aristomene.
Mi misi cos? a osservare attentamente ogni cosa con uno stato d'animo misto di curiosit? e insieme d'ansia.
Ma in quella citt? tutto mi sembrava strano, irreale, ovunque posassi lo sguardo, come se un qualche funesto incantesimo avesse stregato ogni cosa: i sassi in cui inciampavo mi pareva fossero uomini pietrificati, gli uccelli che sentivo cantare esseri umani diventati pennuti, gli alberi che cingevano le mura uomini anch'essi mutati in creature arboree, perfino l'acqua mi sembrava sgorgasse da corpi umani. Mi aspettavo, da un momento all'altro, che le statue e le figure degli affreschi si mettessero a camminare, le pietre delle mura a discorrere fra loro, che i buoi o, che so io, animali simili a predire il futuro e che dal cielo stesso e dal disco del sole sarebbe, a un tratto, venuto gi? un qualche oracolo.
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