[31] Cum primum Thelyphron hanc fabulam posuit, conpotores vino madidi rursum cachinnum integrant. Dumque bibere solita Risui postulant, sic ad me Byrrhena: "Sollemnis" inquit "dies a primis cunabulis huius urbis conditus crastinus advenit, quo die soli mortalium sanctissimum deum Risum hilaro atque gaudiali ritu propitiamus. Hunc tua praesentia nobis efficies gratiorem. Atque utinam aliquid de proprio lepore laetificum honorando deo comminiscaris, quo magis pleniusque tanto numini litemus." "Bene" inquam "et fiet ut iubes. Et vellem hercules materiam reperire aliquam quam deus tantus affluenter indueret." Post haec monitu famuli mei, qui noctis admonebat, iam et ipse crapula distentus protinus exsurgo et appellata propere Byrrhena titubante vestigio domuitionem capesso.
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Appena Telifrone ebbe finito di raccontare, i convitati, sbronzi com'erano, ricominciarono a sghignazzare e mentre reclamavano nuove bevute in onore del dio Riso, Birrena si rivolse a me: ?Domani? mi disse ?ricorre una solenne festivit? che risale addirittura alla fondazione di questa citt?; in questo giorno noi, unici al mondo, con un rito allegro e divertente, ci propiziamo il venerabile dio Riso. La tua presenza render? pi? lieta la festa. Se poi tu volessi, a tuo estro, inventare qualcosa di spiritoso per onorare il dio, meglio ancora: potremmo ottenere in misura maggiore i favori di una divinit? cos? potente.?
?Bene? assicurai ?sar? come tu desideri. E poi, caspita, farebbe piacere anche a me avere una qualche idea che andasse bene per un cos? grande dio.?
Dopo di che, avvertito dal servo che s'era fatto tardi e sentendomi gonfio per la gran bevuta, decisi di alzarmi e salutata in fretta Birrena, un po' barcollando, mi diressi verso casa.
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