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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), III, 25
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originale
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[25] Ac dum salutis inopia cuncta corporis mei considerans non avem me sed asinum video, querens de facto Photidis sed iam humano gestu simul et voce privatus, quod solum poteram, postrema deiecta labia umidis tamen oculis oblicum respiciens ad illam tacitus expostulabam. Quae ubi primum me talem aspexit, percussit faciem suam manibus infestis et: "Occisa sum misera:" clamavit "me trepidatio simul et festinatio fefellit et pyxidum similitudo decepit. Sed bene, quod facilior reformationis huius medela suppeditat. Nam rosis tantum demorsicatis exibis asinum statimque in meum Lucium postliminio redibis. Atque utinam vesperi de more nobis parassem corollas aliquas, ne moram talem patereris vel noctis unius. Sed primo diluculo remedium festinabitur tibi."
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traduzione
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Guardandomi tutte le parti del corpo e vedendomi diventato asino e non uccello sentii d'essere rovinato. Mi venne voglia di prendermela con Fotide per questo bel guaio, ma privo ormai del gesto e della voce, feci quel che potevo: chinai il muso e guardandola di traverso con gli occhi umidi mi raccomandai a lei in silenzio.
Quand'ella, intanto, mi vide in quello stato, cominci? a picchiarsi il viso e: ?Disgraziata che sono? cominci? a gridare ?l'emozione e la fretta mi hanno tradita e mi ha ingannata la somiglianza dei vasetti. Meno male che per questa trasformazione ? presto trovato il rimedio. Basta che tu mastichi delle rose e subito ti toglierai di dosso questo aspetto d'asino e tornerai il mio Lucio. Peccato che ieri sera non ho preparato per noi le solite coroncine di rose perch? allora non avresti dovuto aspettare nemmeno una notte. Appena spunta l'alba, per? avrai subito la medicina.?
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