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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), IV, 6
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originale
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6. Res ac tempus ipsum locorum speluncaeque quam illi latrones inhabitabant descriptionem exponere flagitat. Nam et meum simul periclitabor ingenium, et faxo vos quoque an mente etiam sensuque fuerim asinus sedulo sentiatis. Mons horridus silvestribusque frondibus umbrosus et in primis altus fuit. Huius per obliqua devexa, qua saxis asperrimis et ob id inaccessis cingitur, convalles lacunosae cavaeque nimium spinetis aggeratae et quaquaversus repositae naturalem tutelam praebentes ambiebant. De summo vertice fons affluens bullis ingentibus scaturribat perque prona delapsus evomebat undas argenteas iamque rivulis pluribus dispersus ac valles illas agminibus stagnantibus inrigans in mondum stipati maris vel ignavi fluminis cuncta cohibebat. Insurgit speluncae, qua margines montanae desinunt, turris ardua; caulae firmae solidis cratibus, ovili stabulationi commodae, porrectis undique lateribus ante fores exigui tramitis vice structis parietis attenduntur. Ea tu bono certe meo periculo latronum dixeris atria. Nec iuxta quicquam quam parva casula cannulis temere contecta, qua speculatores e numero latronum, ut postea comperi, sorte ducti noctibus excubabant.
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traduzione
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Ora, per?, mi sembra il caso di descrivere quei luoghi e la spelonca abitata da quei ladroni. Cos? metter? alla prova il mio talento e dar? a voi l'occasione di giudicare se anche in fatto di cervello e di sentimenti io fossi proprio un asino.
Noi eravamo proprio sotto una montagna, altissima, paurosa, tutta coperta da boschi fittissimi, lungo i suoi fianchi dirupati, tutti rocciosi, puntuti e, perci? inaccessibili, si aprivano anfratti profondi coperti di rovi e disposti in ogni senso, tali da formare intorno intorno come una difesa naturale. Dalla vetta sgorgava a grandi getti una sorgente le cui acque argentate precipitando a valle si rompevano in tante cascatelle che poi, raccogliendosi nel fondo di quegli anfratti vi ristagnavano formando come una sorta di recinto, quasi uno stretto di mare o un fiume che s'impaluda. Sopra la caverna, proprio sul ciglio di un dirupo, si ergeva un'alta torre. Solide staccionate di robusti graticci per rinchiudervi le pecore si stendevano da una parte e dall'altra e davanti all'ingresso formavano uno stretto passaggio come fra due alte pareti.
Parola mia che a vederla tu l'avresti detta proprio una casa di briganti.
Eppure tutt'intorno non c'era altro che una capannuccia tirata su alla meglio con delle frasche dove la notte, come venni a sapere in seguito, montavano la guardia taluni briganti estratti a sorte.
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