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Progetto
Ovidio - database
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), IV, 11
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originale
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11. Tunc nos in ancipiti periculo constituti vel opprimendi nostri vel deserendi socii remedium e re nata validum eo volente comminiscimus. Antesignani nostri partem, qua manus umerum subit, ictu per articulum medium temperato prorsus abscidimus, atque ibi brachio relicto, multis laciniis offulto vulnere ne stillae sanguinis vestigium proderent, ceterum Lamachum raptim reportamus. Ac dum trepidi religionis urguemur gravi tumultu et instantis periculi metu terremur ad fugam nec vel sequi propere vel remanere tuto potest vir sublimis animi virtutisque praecipuus, multis nos adfantibus multique precibus querens adhortatur per dexteram Martis per fidem sacramenti bonum commilitonem cruciatu simul et captivitate liberaremus. Cur enim manui, quae rapere et iugulare sola posset, fortem latronem supervivere? Sat se beatum qui manu socia volens occumberet. Cumque nulli nostrum spontale parricidium suadens persuadere posset, manu reliqua sumptum gladium suum diuque deosculatum per medium pectus ictu fortissimo transadigit. Tunc nos magnanimi ducis vigore venerato corpus reliquum veste lintea diligenter convolutum mari celandum commisimus. Et nunc iacet noster Lamachus elemento toto sepultus.
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traduzione
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?Eravamo proprio in un bel pasticcio: o lasciarci ammazzare tutti o piantare l? il compagno. Trovammo una soluzione, la migliore, date le circostanze, condivisa anche da lui: con un colpo netto tagliammo al nostro capitano il braccio all'altezza del gomito e, lasciato l? l'avambraccio, gli avvolgemmo la ferita con molte bende perch? il sangue che colava non rivelasse le nostre tracce e ce la filammo con quel che restava di Lamaco. Da una parte noi ci sentivamo impegnati verso di lui da un sacro giuramento, ma dall'altra vedendoci inseguiti da una folla vociante e atterriti dal pericolo imminente accelerammo la fuga. Cos? quell'eroe sublime quel valoroso, non potendo correre altrettanto in fretta, n? rimanere indietro senza danno, con mille preghiere ci supplic? e ci scongiur? per la destra di Marte e per la fede giurata, di liberare un buon compagno come lui da ulteriori sofferenze e dalla cattura. Come avrebbe potuto, un brigante degno di questo nome, sopravvivere alla perdita della mano, la sola cio? che gli consentiva di rubare e di uccidere? Fortunato, invece, se fosse stato ucciso, come voleva, dai suoi compagni
?Quando per? vide che nessuno di noi se la sentiva di commettere un omicidio volontario, con la mano che gli restava afferr? la spada la baci? lungamente e con un colpo tremendo si trapass? il petto.
?Onore noi rendemmo al coraggio del nostro magnanimo capo; avvolgemmo con cura in un lenzuolo di lino i resti di quel corpo e li affidammo al mare perch? li custodisse. Il nostro Lamaco ora ? sepolto l? nelle profondit? degli abissi.
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