LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), IV, 14
 
originale
 
14. Nec ille tam clarus tamque splendidus publicae voluptatis apparatus Invidiae noxios effugit oculos. Nam diutina captivitate fatigatae simul et aestiva flagrantia maceratae, pigra etiam sessione languidae, repentina correptae pestilentia paene ad nullum redivere numerum. Passim per plateas plurimas cerneres iacere semivivorum corporum ferina naufragia. Tunc vulgus ignobile, quos inculta pauperies sine dilectu ciborum tenuato ventri cogit sordentia supplementa et dapes gratuitas conquirere, passim iacentes epulas accurrunt. Tunc e re nata suptile consilium ego et iste Eubulus tale comminiscimur. Vnam, quae ceteris sarcina corporis praevalebat, quasi cibo parandam portamus ad nostrum receptaculum, eiusque probe nudatum carnibus corium servatis sollerter totis unguibus, ipso etiam bestiae capite adusque confinium cervicis solido relicto, tergus omne rasura studiosa tenuamus et minuto cinere perspersum soli siccandum tradimus. Ac dum caelestis vaporis flammis examurgatur, nos interdum pulpis eius valenter sanguinantes sic instanti militiae disponimus sacramentum, ut unus e numero nostro, non qui corporis adeo sed animi robore ceteris antistaret, atque si in primis voluntarius, pelle illa contectus ursae subiret effigiem domumque Democharis inlatus per opportuna noctis silentia nobis ianuae faciles praestaret aditus.
 
traduzione
 
?Naturalmente tutto quel magnifico e grandioso apparato allestito per la gioia del pubblico non sfugg? agli occhi gelosi dell'Invidia. Tutte quelle bestie, infatti, indebolite dalla lunga cattivit?, estenuate dal caldo eccessivo dell'estate, infiacchite dalla mancanza di movimento, furono colpite da un'improvvisa pestilenza e morirono quasi tutte. ?Ce n'erano un po' dappertutto, riverse qua e l? nelle piazze, agonizzanti, simili a relitti di un naufragio. La plebe pi? miserabile che per la sua squallida povert? ? costretta a non andar troppo per il sottile in fatto di cibo e, per riempirsi il ventre vuoto, a ricorrere a supplementi schifosi e a qualche razione gratis, si gett? di furia su quelle vivande gi? bell'e servite. ?Quella circostanza sugger? a me e al qui presente Babulo, un'idea geniale. ?Avevamo visto un'orsa di parecchio pi? grande delle altre, la prendemmo e facendo finta di volercela mangiare la portammo nel nostro nascondiglio. Qui la scuoiammo per benino lasciandole tutti gli artigli e la testa fino all'altezza del collo; poi raschiammo accuratamente la pelle dalla parte interna per assottigliarla e dopo averla cosparsa di cenere finissima la mettemmo a essiccare al sole. ?Nell'attesa che il calore del sole l'asciugasse, con la carne di quella bestia facemmo una gran mangiata e, in vista dell'imminente impresa, stringemmo il seguente patto, cio?, che uno di noi, non tanto il pi? forte, quanto il pi? coraggioso, purch? si offrisse volontario, entrasse in quella pelle e assumendo l'aspetto di un'orsa penetrasse nel palazzo di Democare; poi approfittando del silenzio della notte, al momento opportuno, aprisse le porte e facesse entrare anche noi.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons