5. Isto quoque fortunae naufragio Psyche perterrita nec indipisci iam maritum volatilem quiens, tota spe salutis deposita, sic ipsa suas cogitationes consuluit: "Iam quae possunt alia meis aerumnis temptari vel adhiberi subsidia, cui nec dearum quidem quanquam volentium potuerunt prodesse suffragia? Quo rursum itaque tantis laqueis inclusa vestigium porrigam quibusque tectis vel etiam tenebris abscondita magnae Veneris inevitabiles oculos effugiam? Quin igitur masculum tandem sumis animum et cassae speculae renuntias fortiter et ultroneam te dominae tuae reddis et vel sera modestia saevientes impetus eius mitigas? Qui scias an etiam quem diu quaeritas illic in domo matris reperias?" Sic ad dubium obsequium immo ad certum exitium praeparata principium futurae secum meditabatur obsecrationis.
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?Per la seconda volta Psiche vide cos? naufragare le sue speranze. Sentiva che non avrebbe pi? potuto raggiungere il suo sposo alato e che ogni via di salvezza ormai le era preclusa.
?'Quali altre strade mi restano' incominci? a pensare fra s?, 'quali rimedi ai miei mali, se neppure delle dee hanno potuto aiutarmi nonostante le loro migliori intenzioni? Dove di nuovo volgere i passi, impigliata come sono in tanti lacci, sotto qual tetto, in quali tenebre nascondermi per sfuggire all'occhio implacabile della grande Venere? Perch?, invece, non ti fai coraggio e, decisamente, rinunzi alle tue povere speranze e spontaneamente non ti arrendi alla tua padrona e con un atto di umilt?, anche se tardivo, non cerchi di placarne la collera violenta? Chiss? che quello che stai cercando da tanto tempo tu non lo trova proprio l?, nella casa di sua madre?'
?Cos?, pronta a una resa le cui conseguenze erano incerte, o meglio portavano a una sicura rovina, Psiche rifletteva tra s? come incominciare la supplica.
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