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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), VI, 16
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originale
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16. Sic acceptam cum gaudio plenam urnulam Psyche Veneri citata rettulit. Nec tamen nutum deae saevientis vel tunc expiare potuit. Nam sic eam maiora atque peiora flagitia comminans appellat renidens exitiabile: "Iam tu quidem magna videris quaedam mihi et alta prorsus malefica, quae talibus praeceptis meis obtemperasti naviter. Sed adhuc istud, mea pupula ministrare debebis. Sume istam pyxidem", et dedit; "protinus usque ad inferos et ipsius Orci ferales penates te derige. Tunc conferens pyxidem Proserpinae: "Petit de te Venus" dicito "modicum de tua mittas ei formonsitate vel ad unam saltem dieculam sufficiens. Nam quod habuit, dum filium curat aegrotum, consumpsit atque contrivit omne". Sed haud immaturius redito, quia me necesse est indidem delitam theatrum deorum frequentare."
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traduzione
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?Psiche con gioia prese l'anforetta colma d'acqua e di corsa la porta a Venere. Ma neppure questa volta ella riusc? a placare la collera della dea crudele che, infatti, minacciando tormenti ancora pi? terribili, con un sorrisetto velenoso le fece: 'Credo proprio che tu sia una gran maga, una di quelle stregacce malefiche dal momento che hai eseguito come niente i miei ordini; ora per?, carina mia, dovrai farmi anche questo: prendi questa scatola' e gliela diede 'e di corsa arriva fino agli Inferi, fino al lugubre palazzo dello stesso Orco e consegna a Proserpina questo cofanetto dicendole che Venere la prega di mandarle un poco della sua bellezza, almeno quanto basti per un sol giorno perch? quella che aveva l'ha consumata e sciupata tutta per curare il figlio malato. Per? cerca di tornare alla svelta perch? io devo proprio farmi una ripassatina prima di andare a una rappresentazione teatrale degli dei.
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