21. et cum dicto reserat pyxidem. Nec quicquam ibi rerum nec formonsitas ulla, sed infernus somnus ac vere Stygius, qui statim coperculo relevatus invadit eam crassaque soporis nebula cunctis eius membris perfunditur et in ipso vestigio ipsaque semita conlapsam possidet. Et iacebat immobilis et nihil aliud quam dormiens cadaver.
Sed Cupido iam cicatrice solida revalescens nec diutinam suae Psyches absentiam tolerans per altissimam cubiculi quo cohibebatur elapsus fenestram refectisque pinnis aliquanta quiete longe velocius provolans Psychen accurrit suam detersoque somno curiose et rursum in pristinam pyxidis sedem recondito Psychen innoxio punctulo sagittae suae suscitat et: "Ecce" inquit "rursum perieras, misella, simili curiositate. Sed interim quidem tu provinciam quae tibi matris meae praecepto mandata est exsequere naviter, cetera egomet videro." His dictis amator levis in pinnas se dedit, Psyche vero confestim Veneri munus reportat Proserpinae.
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?Ma dentro non v'era nulla, nessuna bellezza, ma solo del sonno, un letargo di morte che s'impadron? di lei non appena ella sollev? il coperchio e che si diffuse per tutte le sue membra in una pesante nebbia di sopore facendola cadere addormentata proprio dove si trovava, l? sul sentiero.
?E Psiche giacque immobile nel suo sonno profondo, come morta.
?Intanto, Cupido, guarito ormai dalla ferita che s'era rimarginata, non sopportando pi? a lungo la lontananza di Psiche, era fuggito da un'altissima finestra della stanza dove lo tenevano rinchiuso e, volando pi? veloce del solito sulle ali rinvigorite dal lungo riposo, accorse dalla sua Psiche. Premurosamente egli le dissip? il sonno che rinchiuse di nuovo dove era prima nella scatola, poi, appena pungendola con una sua freccia, ma senza farle del male, la svegli?: 'Oh, tapinella' le disse 'ecco che la tua curiosit? stava l? l? per perderti un'altra volta, Ma suvvia, sbrigati ora a eseguire l'incarico che ti ha affidato mia madre: al resto penser? io ed il dio innamorato si libr? leggero sulle sue ali e Psiche si affrett? a recare a Venere il dono di Proserpina.
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