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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), VII, 3
 
originale
 
3. Ego denique, quem saevissimus eius impetus in bestiam et extremae sortis quadripedem deduxerat cuiusque casus etiam quoivis iniquissimo dolendus atque miserandus merito videretur, crimine latrocinii in hospitem mihi carissimum postulabar. Quod crimen non modo latrocinium verum etiam parricidium quisque rectius nominarit. Nec mihi tamen licebat causam meam defendere vel unico verbo saltem denegare. Denique ne mala conscientia tam scelesto crimini praesens viderer silentio consentire, hoc tantum impatientia productus volui dicere: "Non feci." Et verbum quidem praecedens semel ac saepius inmodice clamitavi, sequens vero nullo pacto disserere potui, sed in prima remansi voce et identidem boavi "Non non", quanquam minia rutunditate pendulas vibrassem labias. Sed quid ego pluribus de Fortunae scaevitate conqueror, [quam]quam nec istud puduit me cum meo famulo meoque vectore illo equo factum conservum atque coniugem?
 
traduzione
 
Cos? proprio io, che un suo violento assalto aveva ridotto a bestia, anzi al quadrupede pi? spregevole la cui triste sorte mi pareva dovesse suscitare compassione e rammarico anche all'uomo pi? malvagio, ora venivo accusato di rapina ai danni di un ospite carissimo, di un delitto che chiunque avrebbe potuto pi? esattamente definir parricidio, altro che rapina. E pensare che non potevo difendermi, protestare la mia innocenza nemmeno con una sola parola. Alla fine, proprio perch? non sembrasse che col mio silenzio cinicamente assentissi a una simile, orribile'accusa, tentai di gridare: ?Non sono stato io? e riuscii a sbraitare la prima parola, una e pi? volte ma in quanto a pronunziare le successive, niente da fare: rimasi bloccato al primo suono e seguitai ad urlare: ?Non, non? per quanto ce la mettessi tutta a muovere al modo giusto le labbra che invece, rotondeggianti com'erano, restavano penzoloni. Ma perch? sto qui a lamentarmi ancora della crudelt? della Fortuna che non s'? nemmeno vergognata di avermi reso compagno di schiavit? e di fatica del mio servo, di quel cavallo ch'io avevo finora usato come mezzo di trasporto?
 

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