4. Die quadam venatum Tlepolemus assumpto Thrasyllo petebat indagaturus feras, quod tamen in capreis feritatis est; nec enim Charite maritum suum quaerere patiebatur bestias armatas dente vel cornu. Iamque apud frondosum tumulum ramorumque densis tegminibus umbrosum prospectu vestigatorum obseptis capreis canes venationis indagini generosae, mandato cubili residentes invaderent bestias, immittuntur statimque sollertis disciplinae memores partitae totos praecingunt aditus tacitaque prius servata mussitatione, signo sibi repentino reddito, latratibus fervidis dissonisque miscent omnia. Nec ulla caprea nec pavens dammula nec prae ceteris feris mitior cerva, sed aper immanis atque invisitatus exsurgit toris callosae cutis obesus, pilis inhorrentibus corio squalidus, setis insurgentibus spinae hispidus, dentibus attritu sonaci spumeus, oculis aspectu minaci flammeus, impetu saevo frementis oris totus fulmineus. Et primum quidem canum procaciores, quae comminus contulerant vestigium, genis hac illac iactatis consectas interficit, dein calcata retiola, qua primos impetus reduxerat, transabiit.
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?Un giorno Tlepolemo, preso con se Trasillo, se ne and? a caccia di fiere, se fiere possono chiamarsi i caprioli; Carite, infatti, non voleva che il marito cacciasse animali armati di zanne e di corna.
?Giunti a un'altura boscosa, ombreggiata da un fitto intrico di cespugli, dove per sottrarsi allo sguardo dei cacciatori si nascondevano i caprioli, furono mollati i cani, tutti segugi di buona razza, perch? stanassero la selvaggina e subito essi, perfettamente addestrati com'erano, si sparsero per la macchia, chiusero tutte le vie d'uscita, prima con sordi mugolii, poi, a un improvviso segnale, riempendo tutto il bosco con i loro furiosi e assordanti latrati.
?Ma non fu stanato n? un capriolo, n? un daino, n? un cerbiatto che di tutti gli animali selvatici ? il pi? mansueto; salt? fuori, invece, un cinghiale enorme, di dimensioni mai viste, tutto muscoli vibranti sotto la sua cotenna, tutto coperto di peli ispidi, di grosse setole sulla schiena: aveva la bava alla bocca, digrignava le zanne, i suoi occhi minacciosi mandavano lampi, le sue mascelle erano tutte un fremito e con un impeto fulmineo si lanci? all'attacco. Prima di tutto, dando colpi di zanna a destra e a manca, fece a pezzi i cani pi? audaci che lo incalzavano da vicino, poi, lacerando le reti che al momento lo avevano trattenuto, pass? oltre.
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