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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), VIII, 14
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originale
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14. Et enarratis ordine singulis quae sibi per somnium nuntiaverat maritus quoque astu Thrasyllum inductum petisset, ferro sub papillam dexteram transadacto corruit et in suo sibi pervolutata sanguine postremo balbuttiens incerto sermone proflavit animam virilem. Tunc propere familiares miserae Charites accuratissime corpus ablutum unita sepultura ibidem marito perpetuam coniugem reddidere.
Thrasyllus vero cognitis omnibus, nequiens idoneum exitum praesenti (cladi nisi nova) clade reddere certusque tanto facinori nec gladium sufficere, sponte delatus ibidem ad sepulchrum "Vltronea vobis, infesti Manes, en adest victima" saepe clamitans, valvis super sese diligenter obseratis inedia statuit elidere sua sententia damnatum spiritum."
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traduzione
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?E dopo averci narrato ad uno ad uno tutti i particolari che il marito le aveva rivelato in sogno, l'inganno con cui aveva adescato e poi ucciso Trasillo, si immerse la spada sotto la mammella destra e cadde sul suo stesso sangue balbettando parole incomprensibili, e virilmente spir?.
?I parenti lavarono il corpo della povera Carite, lo composero in un'unica sepoltura e restituirono al marito, per l'eternit?, la sua sposa.
?Quanto a Trasillo, risaputa ogni cosa, non riuscendo a trovare una morte adeguata a tanta catastrofe e comprendendo che neanche una spada sarebbe stata sufficiente a lavare cos? nefando delitto, si fece condurre presso quella tomba ed esclamando pi? volte 'Eccovi, o irati Mani, la vittima volontaria', chiuse dietro di s? le porte del sepolcro e, deciso a porre volontariamente fine ai suoi giorni, si lasci? morire di fame.?
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